LA GUARDIA DI FINANZA SI E’ DATA UN NUOVO CODICE DEONTOLOGICO. AI FINANZIERI E’ CONSENTITO GRACCHIARE? di Cleto Iafrate
PREFAZIONE
E Dio disse: «dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza» (Mc 7,22).
E Dio non escluse nè imperatori, nè giudici e nè capi militari.
L’uomo, infatti, non è stato programmato per rimanere da solo sotto l’albero della conoscenza del bene e del male; i frutti di quell’albero gli appaiono quasi sempre “belli a vedere e buoni a mangiarsi”[2].
IL NUOVO CODICE DEONTOLOGICO DELLA GUARDIA DI FINANZA
La Guardia di Finanza, allo scopo di recepire la vigente normativa anticorruzione, a distanza di 20 anni dal precedente, si è data un nuovo Codice deontologico. Il documento è stato presentato come uno “strumento idoneo a prevenire e contrastare fenomeni di illegalità, nonché a garantire ulteriormente la trasparenza nelle azioni compiute dai militari”.
La sua presentazione è avvenuta alla presenza del Prof. Pier Carlo Padoan, Ministro dell’Economia e delle Finanze, e con la benedizione di Sua Eminenza Reverendissima Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato di Sua Santità. Tante sono le novità. Per la prima volta si fa espresso riferimento alle “differenze di genere”, che chi esercita funzioni di comando deve includere e valorizzare (art. 12, lettera d).
Si chiarisce, inoltre, un punto sul quale il precedente codice era rimasto molto vago: il limite oltre il quale i doni e le altre utilità sono da ritenersi eccedenti “gli usi della normale cortesia” è fissato a 150,00 euro di valore. Il codice precisa, però, che detto limite è da intendersi in via orientativa (quale limite tendenziale). Il militare della Guardia di finanza potrà, infatti, accettare doni eccedenti quella soglia nel caso acquisti beni di elevato valore e a condizione che lo sconto sia rivolto indistintamente a tutto il pubblico (art. 7).
Nella relazione illustrativa si fa anche un esempio, uno a caso: l’acquisto di un’autovettura.
RIORDINO DELLE CARRIERE ………..LA COERENZA DI UN IMPEGNO CONCRETO
Quando qualche anno fa intraprendemmo l’esperienza di questo nuovo mandato, sapevamo che la strada fosse molto più in salita, ma ci ponemmo lo stesso gli obbiettivi che avevamo scritto nel “contratto” fatto con gli elettori. La nostra attività si poneva su tre pilastri 1) Interesse esclusivo del personale rappresentato; 2) metterci la faccia in ogni nostra attività; 3) indipendenza, coerenza e lealtà con tutti seppur nelle diversità di vedute che potevano prospettarsi mantenendo la nostra indipendenza piuttosto che assoggettarci a “discipline di partito” dando il nostro contributo su progetti seri a favore del personale.
Nel tempo ci siamo impegnati in tal senso, con non poche difficoltà, alcune fisiologiche altre di varia natura patite in conseguenza al nostro status di delegati, senza però che ci potessero scalfire dal credere ciò che si stesse facendo, consapevoli del periodo di decadenza cha sta attraversando il paese in questo particolare momento storico.
Nel merito alla questione riordino, avevamo espresso sin dalle prime bozze le nostre perplessità, e le disparità che tale “aborto” potesse creare anche rispetto a quella “controriforma” del 95 che a nostro avviso doveva dare più dinamicità ai compiti svolti dai vari ruoli e la possibilità ai più capaci e meritevoli di poter essere anche apprezzati, in difformità al diffuso principio di “merito comparativistico” attualmente vigente.
SE CEDIAMO ALLA PAURA CONTINUERA’ A MORIRE LA DEMOCRAZIA
“Voi non sapete quello che state facendo” con questa frase Bernardo Provenzano,l’ultimo grande boss, accolse gli uomini della Squadra Mobile di Palermonel suo covo di Montagna dei Cavalli dopo quarantatré anni di latitanza. In tale aforisma è racchiuso il senso minaccioso di un ordine costruito con meticolosa, sotterranea implacabilità.
A dispetto di chi ancora finge di “non sapere” dopo le stragi di Capaci e di via D’Amelio, dopo le morti di Falcone e Borsellino, la mafia decide di aprire una nuova fase strategica adottando la cosiddetta “strategia dell’immersione”: allentare la tensione, entrare in una zona grigia nella quale si possa, più e meglio di prima, fare affari e ritessere l’intreccio della trama criminale. “Tutto si deve svolgere in immersione, sott’acqua, quell’enorme sommergibile che è la mafia deve d’ora in avanti navigare a quota periscopio.”
Giovanni Falcone diceva “…più che combattere i mafiosi, bisogna sconfiggere la mentalità mafiosa… sino a quando un cittadino, invece che rivolgersi alle istituzioni, si rivolgerà al “personaggio” di turno al fine di vedere affermate le proprie ragioni nulla sarà cambiato nella vita quotidiana,nel lavoro, in tutte le componenti della società”…purtroppo devo constatare che nulla è cambiato.
Ma la domanda sorge spontanea: perché il cittadino compie il “deplorevole” gesto di rivolgersi a “don Corleone” e non alle istituzioni?
DALLA DOLCE VITA A……BERLINO…..Gli effetti sul Comparto Sicurezza della nuova controriforma un film già visto.
Emolumenti contrattuali?
Nuovi fondi per la sicurezza?
Questo dilemma affligge negli ultimi tempi gli operatori del comparto sicurezza e difesa.
Le iniziative proposte sulla sicurezza, low cost in pieno stile Ryanair, dal Governo italiano dovrebbero essere vagliate e condivise dai sindacati di Polizia e dalla Rappresentanza Militare, i qualiavrebbero poi il compito di presentare al personale rappresentato un libro già scritto di cui si conosce anche la trama.
“La promozione è l’oppio dei militari” e i politici hanno capito che dando qualche distintivo in più al Comparto avrebbero accontentato il popolino in vista delle prossime elezioni; la domanda che allora mi pongo è “con quali fondi?”.
L’attuale ipotesi di riordino, dopo la controriforma del 95 che di fatto ha diviso, in due classi sociali, i ruoli, prevede uno stanziamento di quasi 200 milioni, di conseguenza, seppur formalmente daranno qualche grado alla truppa, non si potrà realizzare nulla tranne, come deciso, che abbreviare i tempi per consegnarela dirigenza ai funzionari con ulteriori futuri aggravi sul bilancio pubblico, nel sostanziale disinteresse di chi dovrebbe difendere gli interessi dei lavoratori.
La mia esperienza, mi ha fatto capire che il Principe De Curtis è stato l’unico ad interpretare degnamente la parte del “rappresentante – sindacalista”;nel film “Totò, Peppino e la Dolce Vita”, dove nel ruolo di Presidente dei parcheggiatori abusivi, viene ricevuto dal ministro e,giusto “per venirlo incontro”,mette sul piatto i propri desiderata.
EXPO 2015


LE RIFORME FATTE CON SERIETÀ BEN VENGANO, MA UN CAMBIAMENTO DI MENTALITÀ È DOVEROSO – di Gaetano Ruocco
PRIMUS FACERE DEHINDE PHILOSOPHARI
Il filosofo greco Plutarco, nelle Vite Parallele, riferisce di una disavventura relativa alla condanna che coinvolse un politico greco, Aristide in prima persona: un ateniese si rivolse a lui per scrivere sull’ostrakon (il pezzo di coccio usato per segnalare gli indesiderati) poiché l’uomo era analfabeta; Aristide chiese il nome da scrivere, e il suo interlocutore fece il suo nome; Aristide, resosi conto di non essere stato riconosciuto, chiese perché volesse condannarlo all’ostracismo; questi rispose che non aveva un vero motivo, ma era solo stanco di sentir nominare Aristide “il Giusto”; al che, Aristide scrisse il suo nome e non fece commenti!
L’antica democrazia ateniese per liberarsi dei personaggi scomodi si serviva dell’istituto dell’ostracismo, ovvero istituto giuridico volto a infliggere a un cittadino la pena di un esilio decennale, introdotto nel V secolo a.C.; esclusione, emarginazione
Lo stesso diritto romano – barbarico con la lex romana visigotorum e lex romana burgundium prevedeva istituti giuridici diversi per risolvere le controversie a seconda se si trattasse di cittadini romani oppure di barbari.
Diverso l’esempio di apartheid che ha interessato il sudafrica dal dopoguerra fino al 1993 e ha visto in Nelson Mandela un protagonista.
Mandela per le sue lotte e le sue iniziative contro l’apartheid, era diventato il più condiviso simbolo di impegno per la democrazia e la pace, e dal 2009, battendosi contro quelle discriminazioni che vessavano la maggioranza nera senza diritti e costretta solo a lavorare.
Proprio in virtù di questo ogni anno dal 2009 per decisione unanime dell’assemblea generale dell’ONU, si tiene ogni anno il Nelson Mandela Day proprio in occasione del giorno di nascita di Mandela.
Ma veniamo al dunque, ogni forma di governo che si rispetti tende sempre a trovare un suo equilibrio che sia comunque adeguato ai tempi“Ubi societas, ibi ius”. L’esempio italiano, va comunque analizzato, la necessità di riforma dei poteri dello Stato, va comunque effettuata rispettando quei doverosi contrappesi che garantiscano le libertà costituzionali a favore di tutti non ad una aristocrazia del censo. La pubblica amministrazione seppur formalmente improntata a principi di imparzialità, legalità e buon andamento statuiti dall’art. 97 de facto vi sono dei profili che disattendono tali principi portando allo sfascio una nazione che sta sempre di più perdendo la sua legittimazione da un ordinamento originario.
La fuga dei cervelli all’estero è la diretta conseguenza della segregazione delle menti attive, un effetto collaterale della “meritocrazia comparativa” di chi ha a cuore più la sorte delle teste….che devono rimanere.
Per la popolazione mediocre è troppo conveniente la posizione inferiore delle menti attive per poter turbare quest’ordine di cose.
Che sia una “questione politica…. la grande presa per culo”, stigmatizzata da Antonello Venditti in una sua nota canzone, penso che siano ormai tutti d’accordo in Italia. Le forme di alienazione e sopruso sono frequenti in tutti gli ambiti, ma che si trasformino in forme concrete di “apartheid” è davvero scandaloso. Partiamo da un ragionamento utile, se ad essere emarginato fosse il tipico lavativo, che questo rozzo mezzo sia d’esempio per tutti gli altri, ma se l’emarginato è circondato da un’atmosfera poco socievole creata dai capi e dagli stessi compagni di lavoro o timorosi “pusillanimi”, la cosa potrebbe precipitare, considerato che spesso l’emarginato è una persona che è risultata idonea a conseguire un porto d’armi. Analizziamo la figura del vessato, nella maggior parte dei casi sono quei soggetti che per natura, o per i valori inculcati sono poco inclini a svendere la propria dignità umana resistendo al relativismo e all’imbarbarimento globale.È paradossale, in molti ambienti, il modo in cui si possano investire le risorse retribuite dai cittadini a pianificare la caccia all’untore, con l’ordinarsi di “codici rossi” che possano portare il destinatario ad uno stadio di sudditanza. In taluni casi tali “politiche” portano i loro nefasti risultati, a discapito della collettività, in altri però sarebbe meglio che si desistesse dal portare a termine la propria missione, in quanto alcune persone riescono ad “opporre resistenza” anche nell’emarginazione, anzi…ne traggono beneficio, quasi come questa forma di eugenetica consenta loro di stare “meglio soli che male accompagnati”. È ovvio che tale peculiarità può suscitare invidia o timore da parte di quanti “proprio soli” non riescono a “fare”. Mantenendoci nell’ambiente sudafricano, mentre per i neri si deve solo fare i muli senza alcuna forma di diritto o ricompensa, la minoranza boera che fa la scalata con alleanze, intrighi e tradimenti per mantenere i soliti noti senza alcuna forma di capacità e merito ai loro posti. La fase successiva consiste poi nell’immediata eliminazione anche con forme desuete di ricatto delle persone capaci e di pensiero indipendente, che possano in qualche modo dare fastidio a ciò che devono tenere stretto: IL POTERE! Il settore privato in alcuni casi riesce a salvarsi perché ha comunque un obbligo di risultato. Quando poi entrano in gioco gruppi di pressione politica o ideologica la frittata è fatta, scompare ogni obiettività. Ognuno appoggia ed esalta senza ritegno solo i propri adepti, mentre ignora, critica e denigra gli altri. In tutto questo “gioco al massacro” il merito e la capacità non hanno nessuna importanza per chi detiene il potere, è necessario distruggere tutto ciò che è stato fatto in precedenza, corsi e ricorsi storici, minare la credibilità per poter collocare i propri servi fedeli.
Attenzione però a conclusioni superficiali definendo il fenomeno ‘banalità del male’ … qui il male è talmente inadeguato nelle forme in cui si esplica, perché figlio di psicologie immature e che, inadeguato persino a se stesso, cade sotto il suo proprio peso.
Tuttavia la raccolta di lettere e altre prove potrebbe essere “quasi provvidenziale” per provare la malafede del ceto boero, basata sui fraintendimenti più o meno voluti, dimenticanze volute e riferire in modo sbagliato la realtà dei fatti con il metodo “panem et circenses”.
La domanda che sorge spontanea : Perché invece di investire il proprio tempo a trovare “il pelo nell’uovo” non sfruttare le capacità di coloro che risultano scomodi e suscitare clamore positivo? Lo scopriremo nel prossimo articolo, quando “le lettere d’Inchino” avranno avuto un esito.
Basterebbe seguire il buon insegnamento cristiano “non fare agli altri ciò che non vuoi sia fatto a te stesso”…
Le riforme fatte con serietà ben vengano, ma un cambiamento di mentalità è doveroso, l’uomo generalmente si adatta, non interiorizza ma è necessario che non si ponga più il dubbio circa l’utilità di continuare a lavorare serenamente e onestamente, a discapito del prestigio dell’istituzione che ogni giorno è sempre più in caduta libera…..quando il sole tramonta le ombre dei nani si allungano.
Gaetano Ruocco
INDENNITA’ DI TRASFERIMENTO: SPETTA “A DOMANDA” A SEGUITO DI SOPPRESSIONE DI REPARTO.
L’art.1. della Legge n.86 del 2001, stabilisce che chiunque, personale in servizio permanente delle Forze armate, delle Forze di polizia ad ordinamento militare e civile e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco etc…, sia stato trasferito a seguito di soppressione o dislocazione del proprio reparto e relative articolazioni presso una sede di servizio ubicata in un comune diverso (non confinante con quello di provenienza e distante almeno 10 km) ha diritto all’indennità di trasferimento dalla data dell’assunzione in servizio presso la nuova sede.
La presentazione della domanda di trasferimento presso la sede consigliata dall’Ente di appartenenza, ancorchè gradita, non preclude il riconoscimento dell’indennità di trasferimento, in quanto, nelle ipotesi della soppressione o dislocazione del reparto, il trasferimento del personale non avviene per libera scelta, ma su indiretta sollecitazione della Pubblica Amministrazione e senza che ciò comporti il mutamento della natura sostanziale del trasferimento, disposto sostanzialmente “d’autorità”.
È quanto più volte ribadito dalla giurisprudenza amministrativa dei T.A.R e del Consiglio di Stato.
Numerosi i ricorsi già presentati.
N.b. per chi volesse far valere le proprie istanze e aderire all’iniziativa potrà rivolgersi allo Studio Legale Cardanobile, Via Lucera n.4, Palazzo Salandra – 70124 Bari.
Tel.: 080.5657530 – Fax: 080.2143145.
indirizzo di posta elettronica: fabiocardanobile@gmail.com
Lo Studio Legale è composto da Avvocati che prestano attività di consulenza ed assistenza legale presso tutte le istituzioni giurisdizionali ed amministrative. Gli Avvocato dello Studio, oltre alle generali competenze nel diritto civile (responsabilità civile, successioni, proprietà, locazioni, famiglia) sono altresì specializzati in diritto del lavoro e diritto amministrativo. Lo Studio Legale si avvale altresì di consolidate collaborazioni con colleghi attivi in numerose città italiane e con operatori di altri settori del diritto (notai, commercialisti, consulenti contabili e del lavoro).
AMICI GIALLO VERDI
Benvenuti in Amici giallo verdi, Questo sito rappresenta un’opportunità per tutti coloro che nel RISPETTO delle Regole vorranno manifestare liberamente il proprio il pensiero. Forniremo norme giuridiche a tutela dei cittadini in divisa e rigorosamente senza di scopo di lucro. Il tutto avulso da fazioni partitiche e politiche ma solo a Difesa del bene comune e della Legalità.
Il sito www.amicigialloverdi.it non rappresenta una testata giornalistica e viene aggiornato senza alcuna periodicità. Pertanto, non ë un prodotto editoriale sottoposto alla disciplina di cui all’art. 1, comma III della L. n. 62 del 7.03.2001. Le opinioni che espresse non costituiscono un parere pro veritate Né comportano da parte degli Autori alcun impegno di Consulenza legale.
“FORZA NOVEGNO, PASSERETE ALLA STORIA!”
NON PASSA GIORNO ORMAI…DA QUEL “FORZA NOVEGNO, PASSERETE ALLA STORIA!”
Sono trascorsi 20 anni da quando circa 600 giovani cittadini italiani ebbero il coraggio di intraprendere una salita molto irta e minata di ostacoli, speranzosi che almeno il vento avrebbe soffiato loro alle spalle, in modo che il carico di aspettative, fiducia e soprattutto di responsabilità, potesse essere gratificante un giorno e render quel percorso tortuoso valido interessante al punto di rendere giustizia a quella scelta di votare la propria vita, il proprio tempo e anche le proprie famiglie, all’Italia. Sto parlando dei partecipanti al 72° Corso Allievi Marescialli il quale aveva dato il sentore di un cambiamento radicale, nel momento in cui il numero di 1700 candidati degli anni precedenti fu ridotto alla metà, richiedendo il requisito del possesso del diploma di scuola media secondaria, innalzando in tal modo il livello di preparazione di base richiesto e …a mio modesto avviso…evitando di mettere troppa carne sul fuoco che talvolta è sinonimo di mediocrità. Non passa giorno ormai da quel momento in cui non ci sorprendano delle novità, come già dimostrato quando la data della nostra partenza e quindi dell’inizio del corso, slittò di un paio di mesi, per consentire agli Allievi Vicebrigadieri del 1° Corso (anch’essi compagni di viaggio) di terminare comodamente il loro percorso presso la Scuola Sottufficiali di Cuneo. Read the rest of this entry »
Finchè c’è Vita… (NON)… c’è Speranza!!!
La compianta Oriana Fallaci nel 2004 nell’opera “La Forza della ragione” affermava che “I mediocri del Politically Correct negano sempre il merito. Sostituiscono sempre la qualità con la quantità”.
Partendo da questo presupposto analizziamo la situazione attuale: il governo ogni giorno impone nuovi balzelli da mettere a rischio la solvibilità dei contribuenti onesti e contestualmente rinvia “sine die” lo sblocco delle risorse destinate al comparto sicurezza ormai sempre meno competitivo con l’evoluzione criminale del Paese. In tempi in cui si deve fare di necessità virtù si dovrebbero valorizzare le risorse disponibili per meglio ottimizzare e gestire le varie situazioni.
Nella gestione delle risorse umane il fattore merito sicuramente importante, in quanto potrebbe essere quella marcia in più che permetterebbe anche con un po’ di rispetto personale di motivare chi è deluso dalle vicende che ci riguardano negli ultimi anni e produrre risultati migliori dando certezza.