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LE RIFORME FATTE CON SERIETÀ BEN VENGANO, MA UN CAMBIAMENTO DI MENTALITÀ È DOVEROSO – di Gaetano Ruocco

PRIMUS FACERE DEHINDE PHILOSOPHARI

 Il filosofo greco Plutarco, nelle Vite Parallele, riferisce di una disavventura relativa alla condanna che coinvolse un politico greco, Aristide in prima persona: un ateniese si rivolse a lui per scrivere sull’ostrakon (il pezzo di coccio usato per segnalare gli indesiderati) poiché l’uomo era analfabeta; Aristide chiese il nome da scrivere, e il suo interlocutore fece il suo nome; Aristide, resosi conto di non essere stato riconosciuto, chiese perché volesse condannarlo all’ostracismo; questi rispose che non aveva un vero motivo, ma era solo stanco di sentir nominare Aristide “il Giusto”; al che, Aristide scrisse il suo nome e non fece commenti!

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L’antica democrazia ateniese per liberarsi dei personaggi scomodi si serviva dell’istituto dell’ostracismo, ovvero istituto giuridico volto a infliggere a un cittadino la pena di un esilio decennale, introdotto nel V secolo a.C.; esclusione, emarginazione

Lo stesso diritto romano – barbarico con la lex romana visigotorum e lex romana burgundium prevedeva istituti giuridici diversi per risolvere le controversie a seconda se si trattasse di cittadini romani oppure di barbari.
Diverso l’esempio di apartheid che ha interessato il sudafrica dal dopoguerra fino al 1993 e ha visto in Nelson Mandela un protagonista.
Mandela per le sue lotte e le sue iniziative contro l’apartheid, era diventato il più condiviso simbolo di impegno per la democrazia e la pace, e dal 2009, battendosi contro quelle discriminazioni che vessavano la maggioranza nera senza diritti e costretta solo a lavorare.
Proprio in virtù di questo ogni anno dal 2009 per decisione unanime dell’assemblea generale dell’ONU, si tiene ogni anno il Nelson Mandela Day proprio in occasione del giorno di nascita di Mandela.
Ma veniamo al dunque, ogni forma di governo che si rispetti tende sempre a trovare un suo equilibrio che sia comunque adeguato ai tempi“Ubi societas, ibi ius”. L’esempio italiano, va comunque analizzato, la necessità di riforma dei poteri dello Stato, va comunque effettuata rispettando quei doverosi contrappesi che garantiscano le libertà costituzionali a favore di tutti non ad una aristocrazia del censo. La pubblica amministrazione seppur formalmente improntata a principi di imparzialità, legalità e buon andamento statuiti dall’art. 97 de facto vi sono dei profili che disattendono tali principi portando allo sfascio una nazione che sta sempre di più perdendo la sua legittimazione da un ordinamento originario.
La fuga dei cervelli all’estero è la diretta conseguenza della segregazione delle menti attive, un effetto collaterale della “meritocrazia comparativa” di chi ha a cuore più la sorte delle teste….che devono rimanere.
Per la popolazione mediocre è troppo conveniente la posizione inferiore delle menti attive per poter turbare quest’ordine di cose.
Che sia una “questione politica…. la grande presa per culo”, stigmatizzata da Antonello Venditti in una sua nota canzone, penso che siano ormai tutti d’accordo in Italia. Le forme di alienazione e sopruso sono frequenti in tutti gli ambiti, ma che si trasformino in forme concrete di “apartheid” è davvero scandaloso. Partiamo da un ragionamento utile, se ad essere emarginato fosse il tipico lavativo, che questo rozzo mezzo sia d’esempio per tutti gli altri, ma se l’emarginato è circondato da un’atmosfera poco socievole creata dai capi e dagli stessi compagni di lavoro o timorosi “pusillanimi”, la cosa potrebbe precipitare, considerato che spesso l’emarginato è una persona che è risultata idonea a conseguire un porto d’armi. Analizziamo la figura del vessato, nella maggior parte dei casi sono quei soggetti che per natura, o per i valori inculcati sono poco inclini a svendere la propria dignità umana resistendo al relativismo e all’imbarbarimento globale.È paradossale, in molti ambienti, il modo in cui si possano investire le risorse retribuite dai cittadini a pianificare la caccia all’untore, con l’ordinarsi di “codici rossi” che possano portare il destinatario ad uno stadio di sudditanza. In taluni casi tali “politiche” portano i loro nefasti risultati, a discapito della collettività, in altri però sarebbe meglio che si desistesse dal portare a termine la propria missione, in quanto alcune persone riescono ad “opporre resistenza” anche nell’emarginazione, anzi…ne traggono beneficio, quasi come questa forma di eugenetica consenta loro di stare “meglio soli che male accompagnati”. È ovvio che tale peculiarità può suscitare invidia o timore da parte di quanti “proprio soli” non riescono a “fare”. Mantenendoci nell’ambiente sudafricano, mentre per i neri si deve solo fare i muli senza alcuna forma di diritto o ricompensa, la minoranza boera che fa la scalata con alleanze, intrighi e tradimenti per mantenere i soliti noti senza alcuna forma di capacità e merito ai loro posti. La fase successiva consiste poi nell’immediata eliminazione anche con forme desuete di ricatto delle persone capaci e di pensiero indipendente, che possano in qualche modo dare fastidio a ciò che devono tenere stretto: IL POTERE! Il settore privato in alcuni casi riesce a salvarsi perché ha comunque un obbligo di risultato. Quando poi entrano in gioco gruppi di pressione politica o ideologica la frittata è fatta, scompare ogni obiettività. Ognuno appoggia ed esalta senza ritegno solo i propri adepti, mentre ignora, critica e denigra gli altri. In tutto questo “gioco al massacro” il merito e la capacità non hanno nessuna importanza per chi detiene il potere, è necessario distruggere tutto ciò che è stato fatto in precedenza, corsi e ricorsi storici, minare la credibilità per poter collocare i propri servi fedeli.
Attenzione però a conclusioni superficiali definendo il fenomeno ‘banalità del male’ … qui il male è talmente inadeguato nelle forme in cui si esplica, perché figlio di psicologie immature e che, inadeguato persino a se stesso, cade sotto il suo proprio peso.
Tuttavia la raccolta di lettere e altre prove potrebbe essere “quasi provvidenziale” per provare la malafede del ceto boero, basata sui fraintendimenti più o meno voluti, dimenticanze volute e riferire in modo sbagliato la realtà dei fatti con il metodo “panem et circenses”.
La domanda che sorge spontanea : Perché invece di investire il proprio tempo a trovare “il pelo nell’uovo” non sfruttare le capacità di coloro che risultano scomodi e suscitare clamore positivo? Lo scopriremo nel prossimo articolo, quando “le lettere d’Inchino” avranno avuto un esito.
Basterebbe seguire il buon insegnamento cristiano “non fare agli altri ciò che non vuoi sia fatto a te stesso”…
Le riforme fatte con serietà ben vengano, ma un cambiamento di mentalità è doveroso, l’uomo generalmente si adatta, non interiorizza ma è necessario che non si ponga più il dubbio circa l’utilità di continuare a lavorare serenamente e onestamente, a discapito del prestigio dell’istituzione che ogni giorno è sempre più in caduta libera…..quando il sole tramonta le ombre dei nani si allungano.
Gaetano Ruocco

INDENNITA’ DI TRASFERIMENTO: SPETTA “A DOMANDA” A SEGUITO DI SOPPRESSIONE DI REPARTO.

L’art.1. della Legge n.86 del 2001, stabilisce che chiunque, personale in servizio permanente delle Forze armate, delle Forze di polizia ad ordinamento militare e civile e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco etc…, sia stato trasferito a seguito di soppressione o dislocazione del proprio reparto e relative articolazioni presso una sede di servizio ubicata in un comune diverso (non confinante con quello di provenienza e distante almeno 10 km) ha diritto all’indennità di trasferimento dalla data dell’assunzione in servizio presso la nuova sede.

La presentazione della domanda di trasferimento presso la sede consigliata dall’Ente di appartenenza, ancorchè gradita, non preclude il riconoscimento dell’indennità di trasferimento, in quanto, nelle ipotesi della soppressione o dislocazione del reparto, il trasferimento del personale non avviene per libera scelta, ma su indiretta sollecitazione della Pubblica Amministrazione e senza che ciò comporti il mutamento della natura sostanziale del trasferimento, disposto sostanzialmente “d’autorità”.

È quanto più volte ribadito dalla giurisprudenza amministrativa dei T.A.R e del Consiglio di Stato.

Numerosi i ricorsi già presentati.

N.b. per chi volesse far valere le proprie istanze e aderire all’iniziativa potrà rivolgersi allo Studio Legale Cardanobile, Via Lucera n.4, Palazzo Salandra – 70124 Bari.

Tel.: 080.5657530 – Fax: 080.2143145.

indirizzo di posta elettronica: fabiocardanobile@gmail.com

Lo Studio Legale è composto da Avvocati che prestano attività di consulenza ed assistenza legale presso tutte le istituzioni giurisdizionali ed amministrative. Gli Avvocato dello Studio, oltre alle generali competenze nel diritto civile (responsabilità civile, successioni, proprietà, locazioni, famiglia) sono altresì specializzati in diritto del lavoro e diritto amministrativo. Lo Studio Legale si avvale altresì di consolidate collaborazioni con colleghi attivi in numerose città italiane e con operatori di altri settori del diritto (notai, commercialisti, consulenti contabili e del lavoro).

AMICI GIALLO VERDI

Benvenuti in Amici giallo verdi, Questo sito rappresenta un’opportunità per tutti coloro che nel RISPETTO delle Regole vorranno manifestare liberamente il proprio il pensiero. Forniremo norme giuridiche a tutela dei cittadini in divisa e rigorosamente senza di scopo di lucro. Il tutto avulso da fazioni partitiche e politiche ma solo a Difesa del bene comune e della Legalità.

 

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Finchè c’è Vita… (NON)… c’è Speranza!!!

La compianta Oriana Fallaci nel 2004 nell’opera “La Forza della ragione” affermava che “I mediocri del Politically Correct negano sempre il merito. Sostituiscono sempre la qualità con la quantità”.

Partendo da questo presupposto analizziamo la situazione attuale: il governo ogni giorno impone nuovi balzelli da mettere a rischio la solvibilità dei contribuenti onesti e contestualmente rinvia “sine die” lo sblocco delle risorse destinate al comparto sicurezza ormai sempre meno competitivo con l’evoluzione criminale del Paese.  In tempi in cui si deve fare di necessità virtù si dovrebbero valorizzare le risorse disponibili per meglio ottimizzare e gestire le varie situazioni.

Nella gestione delle risorse umane il fattore merito sicuramente importante, in quanto potrebbe essere quella marcia in più che permetterebbe anche con un po’ di rispetto personale di motivare chi è deluso dalle vicende che ci riguardano negli ultimi anni e produrre risultati migliori dando certezza.


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