“Voi non sapete quello che state facendo” con questa frase Bernardo Provenzano,l’ultimo grande boss, accolse gli uomini della Squadra Mobile di Palermonel suo covo di Montagna dei Cavalli dopo quarantatré anni di latitanza. In tale aforisma è racchiuso il senso minaccioso di un ordine costruito con meticolosa, sotterranea implacabilità.
A dispetto di chi ancora finge di “non sapere” dopo le stragi di Capaci e di via D’Amelio, dopo le morti di Falcone e Borsellino, la mafia decide di aprire una nuova fase strategica adottando la cosiddetta “strategia dell’immersione”: allentare la tensione, entrare in una zona grigia nella quale si possa, più e meglio di prima, fare affari e ritessere l’intreccio della trama criminale. “Tutto si deve svolgere in immersione, sott’acqua, quell’enorme sommergibile che è la mafia deve d’ora in avanti navigare a quota periscopio.”
Giovanni Falcone diceva “…più che combattere i mafiosi, bisogna sconfiggere la mentalità mafiosa… sino a quando un cittadino, invece che rivolgersi alle istituzioni, si rivolgerà al “personaggio” di turno al fine di vedere affermate le proprie ragioni nulla sarà cambiato nella vita quotidiana,nel lavoro, in tutte le componenti della società”…purtroppo devo constatare che nulla è cambiato.
Ma la domanda sorge spontanea: perché il cittadino compie il “deplorevole” gesto di rivolgersi a “don Corleone” e non alle istituzioni?
Una prima motivazione potrebbe riguardare il dispositivo di contrasto che si presenta sempre più inadeguato. Le riforme strutturali, spesso contrabbandate come senso di appartenenza all’Unione Europea, talvolta per giustificare la commissariata “Sovranità Nazionale”, hanno ridotto l’Italia, che comunque detiene il primato per corruzione in Europa, ai livelli dell’Impero Ottomano prima della grande guerra.
Il sistema post – bellico che era stato messo in piedi dai padri costituenti viene ogni giorno modificato dai figli di coloro che si erano ribellati ad ogni forma di dittatura e che oggi assistono o sono partecipi alla rottamazione della democrazia dei diritti fondamentali e della legalità.
Una carta costituzionale violata ogni giorno in nome dell’austerità, della spending- review e una macchina burocratica sempre più paralizzata dall’aumento indiscriminato di figure dirigenziali nei posti più svariati, che a fronte di sostanziosi emolumenti spesso decidono di “non decidere” (ma è anche vero che se decidono è pure peggio!) affidandosi a veri e propri “cartelli di mercenari” e facendo si che ormai la nave finisca di affondare.
La “meritocrazia comparativa”enunciata in un mio vecchio articolo, ormai ha portato il Paese nella zona grigia, magari pensando che forse o zu’Binnu avesse ragione… incentivando ogni forma di corruzione dei pubblici poteri a partire dalla politica, che ogni giorno risaltano nelle cronache dei quotidiani a danno del cittadino disarmato davanti al fatto compiuto con ogni vantaggio per le organizzazioni criminali, sempre più radicate sul territorio e nelle istituzioni.
E chi deve difendere il cittadino cosa fa? La rottamazione della democrazia e della legalità ha portato anche a livelli minimi l’attenzione ai problemi del cittadino, oggi l’aziendalizzazione dei comparti sicurezza e difesa ha fatto emergere chiari segni di antidemocraticità, ben lontani dal tentativo di democratizzazione avviato negli anni ‘70 per adempiere al dettato costituzionale.
Blocchi stipendiali, peggioramento delle condizioni di lavoro:dato di fatto è che un cittadino di serie “C”, come chi riveste lo status di militare, non può rappresentare delle criticità obiettive, perché finirebbe puntualmente delegittimato, vedendo minata la sua credibilità e aprendo suo malgrado un “conto” che non si chiuderà facilmente con il sistema consociativistico Italia.
Né è la dimostrazione vivente l’esemplare punizione dei militari dell’esercito impiegati all’Expo, colpevoli di aver lamentato la mancata fornitura di “zattere idonee” su cui posare i letti nelle tende, che puntualmente si allagavano.
Citiamo altri esempi di Europeizzazione all’italiana? La “diaspora” del Corpo Forestale dello Stato, nell’Arma dei carabinieri e nella Guardia di Finanza, privandolo dei diritti sindacali che erano stati oggetto di rivendicazioni in passato e assoggettandolo ai benefici “octroyé” offerti alla rappresentanza militare. Il Legislatore dell’epoca in cui era stato istituito aveva sbagliato a non militarizzarli per gestire meglio il personale ed è quindi necessario farlo adesso, giusto per dare riscontro alla carta costituzionale che statuisce che le forze armate devono ispirarsi a principi di democraticità. Tanto,nel fertile terreno dell’ipocrisia, è sufficiente una specie di riforma senza vantaggi, una proroga delle rappresentanze come “contentino”, e dulcis in fundo, tanto per non far lamentare la truppa, basta aumentare lo stipendio con qualche grado in più ai generali.
La carenza di fondi, la mancanza di tutela e l’affidamento di compiti ai più meritevoli e capaci secondo il principio affermato della “meritocrazia comparativa” ha suicidato l’attività operativa, facendo in modo che gli addetti ai lavori restassero buoni e tranquilli dietro le scrivanie dove le carte non si ribellano oppure accanto ad un modernissimo fotocopiatore ad ingannare il tempo. Il poco dialogo, la forte distanza dai vertici e l’abbondanza di interlocutori fa si che tutto si trasformi così repentinamente in un intruglio e vada a danno del personale.
E chi usa i pochi strumenti che l’ordinamento ancora mette a disposizione viene bollato come terrorista, colpevole di minare la macchina della P.A. facendo “mobbing al contrario” sulla filiera, un ipotesi quest’ultima che prima o poi andrà in Parlamento.Per il comparto sicurezza la “monetizzazione” delle ricompense morali con i suoi nefasti effetti sulla carriera (specie quelle relative ad operazioni già pianificate derivanti da segnalazioni pregresse di “alert” in banca dati, ovvero scaturenti da preziosi contributi intellettuali da parte di pochi eletti) e le evoluzioni dei giudizi espressi nei confronti di chi ha sempre fatto il proprio dovere senza allinearsi a certe politiche aziendali, hanno fatto sì che si creassero sostanziose disparità sia in attività di servizio, sia quando cesserà il rapporto di lavoro sulla pensione da percepire (i contributi si pagano anche sugli oneri accessori, di cui non a tutti è permesso beneficiare, magari dopo una umiliante negoziazione sui compiti affidati).
E non esiste sciopero della fame che possa attirare l’attenzione almeno di quella parte della base schierata sull’altra sponda dell’Acheronte, che in luogo dell’indifferenza, prenda coscienza e si ponga la domanda sul perché qualche onesto sindacalista della Polizia abbia deciso di rifiutare di nutrirsida oltre due mesi, non certo per mettersi a dieta ed apparire pronto alla prova costume estiva.
Un’altra esternalità negativa si verifica quando magari davanti a palesi ingiustizie qualcuno resta sempre zitto e somatizza, per poi in certi casi incrementare altre statistiche, come quelle delle morti dovute a cause naturali (infarti, ictus a seguito cambi di incarico e vessazioni quotidiane) o a suicidi degli appartenenti al comparto, con buona pace dell’Inps che a beneficio del bilancio pubblico non pagherà le pensioni agli aventi diritto.
Lo stravolgimento dell’art.97 della Carta costituzionale, ha fatto si che nel tempo la pubblica amministrazione potesse disattendere sempre più spesso i principi statuiti, con alcune forme di “discrezionalità tecnica” da fare invidia al regime di Pol Pot o ai regimi africani; vuoi per la spiccata preparazione tecnico – professionale degli addetti ai lavori,si assiste infatti a forme istituzionalizzate di ingiustizie e vessazioni nei confronti di chi, non adeguandosi ad altre forme di convivenza, basa la propria attività sulla conoscenza (oggettiva) finendo per diventare un soggetto da ostracizzare e se poi qualcuno decide che il suo “sangue non deve invecchiare” si è costretti ad “emigrare in America per non morire a Palermo”
Con la discrezionalità tecnica fondata sul ciambotto (ottimo quello pugliese con le verdure selvatiche) al posto della legge si è arrivati a pretendere il controllo totale dei soggetti dipendenti, tanto da riuscire a giudicare anche il personale in malattia o in ferie impegnato con la propria consorte in attività ludiche. Qualcuno più lungimirante ha già applicato in senso altamente manageriale ai contratti esistenti, quei principi innovativi di flessibilità previsti dal jobs act, legalizzando demansionamenti e cambi di incarico (vietati da norme di autoregolamentazione interna) ad muzzum, sdoganando tale atteggiamento presso le autorità competenti e applicando l’indulto sine previa lege nei confronti di chi si perde anche i documenti o calpesta i diritti sindacali.
E l’ISIS? E’ già presente in provincia di Salerno, perciò da domani ci saranno le aggravanti specifiche contro i salernitani… è un concreto impegno!!!
L’allineamento delle menti su scala fordista, l’appiattimento programmato dei cervelli, fa sì che a seconda dell’occasione determinati comportamenti, magari caratterizzati da fatti identici ma da attori diversi, siano ritenuti premiali oppure biasimevoli, pertanto a prevalere sono la performance ed il ceto di appartenenza del soggetto di turno. Il sovrano sapete come si comporterà? Se quelli che non hanno votato sono di basso ceto li bastonerà, se invece il rango è superiore farà come il sindaco Cetto La Qualunque, ovvero i provvedimenti che prenderà saranno indirizzati alla beatificazione del gamete maschile in dialetto siciliano.
L’arrivismo e l’adeguarsi alle statistiche per far si che la campagna mediatica possa rendere bene agli occhi di un’opinione pubblica che ormai ha perso tutto, anche il diritto di stare tranquilla dentro casa ed essere protetta dai ladri. Si è persa ogni obiettività, ognuno per difendere anche i propri errori disattende la legalità e contrabbanda i fatti, inducendo in errore chi poi dovrebbe (almeno in teoria) avere un ruolo terzo. E mentre fanno scarseggiare sempre di piùle risorse, dove si potrebbe risparmiare non si bada a spese, importante è non prendersi responsabilità, scaricare sempre il barile e fare la caccia all’untore per bypassare ogni problema…rilevante è offrire la testa di qualcuno, possibilmente una persona onesta che per le sue caratteristiche non è gestibile dalla nomenklatura.
Che “Il paese sia sempre più a rischio legalità” lo manifesta anche Cetto La Qualunque ma tornando nella realtà è un rischio che bisogna scongiurare, almeno per limitare i danni.
Ma questo disegno potrebbe prevedere in un prossimo futuro, visto che le stagioni non sono più controllabili, o una militarizzazione delle stesse, oppure in alternativa il completo taglio dei fiori che però aggiungo io non impediranno alla primavera di arrivare; nessuno è ancora sconfitto, bisogna rialzarsi e continuare a combattere con dignità e onore per difendere quei valori sani da questa nuova cultura che vorrebbe creare schiavi ma creerà col tempo tanti ribelli perché le persone oneste e sane che non hanno accettato e non accetteranno mai il compromesso morale, prima o poi inizieranno a parlare….
…altrimenti di legale non ci resterà nemmeno l’ora!
Gaetano Ruocco